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Dal 15/02/2007 tutti i testi saranno inseriti
in ordine cronologico crescente

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LUCIO DEL PEZZO
SCULTURE, DISEGNI, LIBRI D’ARTISTA, IMMAGINI E DOCUMENTI 1959 - 2013


È in corso presso il Museo della Scultura Contemporanea Matera MUSMA la mostra di Lucio Del Pezzo figura chiave di una “pittura oggettuale”, il maestro napoletano quasi “gioca” con la scultura, dando alla materia e agli oggetti di cui si serve il compito di narrare storie, sentimenti, pregi e difetti dell’odierna società consumistica.
Del Pezzo, nasce nel 1933 a Napoli, ove è stato tra i fondatori del “Gruppo 58” (una delle situazioni e realtà artistiche tra le più vivaci in quegli anni così ricchi di fermenti). Lucio Del Pezzo non è certamente un artista ordinato, si trasferisce a Milano e poi a Parigi per un lungo periodo dal 1964 al 1979, dove prende in affitto l’antico studio di Max Ernst che era il suo maestro ideale; infatti, tutto avrebbe fatto, fin da ragazzino, nel segno di Max, entrando in contatto diretto con i luoghi e il clima delle avanguardie di inizio del secolo. Ha modo di approfondire la sua ricerca artistica continuando ad elaborare uno stile del tutto personale. 
Del Pezzo, è un uomo libero e si comporta come tale di fronte agli oggetti della sua creazione, giochi, bilboquets, sfere o squadre. Ecco perché la sua opera ci incanta: suona sempre giusta, si sviluppa in armonia, grazia e agilità, evitando gli errori: un carnevale misurato, dove, di danza in danza, la verità ha sempre l’ultima parola. I rilievi di Del Pezzo sono extra-dimensionali, sono delle note tolte dal diapason dello spazio. Oggi sono le immagini, le sollecitazioni visuali standardizzate, normalizzate, funzionalizzate che la nostra società di mass media produce in eccesso. Tra i colori prediletti c’è l’oro: il metallo che più affascina gli alchimisti, per il suo significato metafisico e trascendente e che dà alle composizioni un effetto sacrale.  

Lucio Del Pezzo parlando del talento dice: “Se non proprio il talento, si eredita l’attitudine all’arte, cioè la facilità di accesso al mestiere; un certo sentiero da percorrere e che è già tracciato, le conoscenze necessarie, l’ambiente predisposto, l’atmosfera propizia.
Io non vengo da una famiglia di artisti; ma forse un filo ereditario l’ho anch’io; mia madre era artigiana e così mio padre. Da loro ho ereditato, da una parte il senso del fare, della manualità, dall’altra un preciso codice di cultura e di vita.
Avevo uno zio che appena poteva si metteva a suonare il violino ed era la cosa che gli importava di più. Avevo un altro zio che dipingeva, faceva delle cose orribili, ma era felice.
Certo, imparare viene dopo; del resto non è neppure vero che l’arte sia ispirazione pura; è lavoro duro, continuo, giorno dopo giorno, e anche di notte quando un progetto ti ronza in mente e hai tempi brevi, o quando l’immagine immaginata tarda a realizzarsi o resta a lungo sfuggente.
Occorre cultura e lettura, e aggiornarsi, e conoscere le novità del settore, vedere, e informarsi sul lavoro di altri artisti, perché io sono curioso di ciò che si fa in giro. Occorre l’ispirazione, ma anche tante altre cose; occorre inchiodare, martellare, incollare, tagliare, sezionare, impastare, filtrare, integrare e blandire i colori: tutto per dare forma a quello che vedi tu, e solo tu, anima e corpo. Le mani lavorano, il cervello lavora attorno a quello che il talento, quando c’è, intuisce”. 
Lucio Del Pezzo in concomitanza delle feste natalizie presenta il suo presepe.
L’opera che riunisce i protagonisti della tradizione: Bambino, Madonna, S. Giuseppe, bue e asino, Re Magi, due pastori e stella cometa, si compone di figure stilizzate che, messe in risalto danno forti colori. Le figure della scena sacra sono costruite con cilindri colorati, cerchi, sfere, losanghe con colori che paiono frammenti di arcobaleno. Inevitabile vedere in questi colori anche un rimando alle tradizioni e alle atmosfere della città partenopea, evitando sempre la sua propensione per l’armonia e la misura. La mostra ospitata nelle Sale della Caccia e nella Biblioteca Scheiwiller, consta di cento tra disegni, collages, acquarelli, e quindici sculture, che coprono un periodo che va dal 1958 al 2013, documentando i vari aspetti della ricerca e del pensiero del maestro. 

Museo della Scultura Contemporanea Matera MUSMA
Via San Giacomo (Sasso Caveoso) Matera
Orario: martedì – domenica 10,00 – 14,00, lunedì chiuso
Biglietto intero € 5, ridotto € 3 fino al 7 febbraio 2014.

Anna Scorsone Alessandri

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A TORINO LA MOSTRA “MEMORIE IN BIANCO E NERO” FA RIVIVERE LA VECCHIA CITTA’.

Nella Galleria Belvedere di Palazzo Lascaris a Torino, è in corso una mostra dal titolo: “Memorie in bianco e nero”, dove sono esposte un centinaio di fotografie provenienti dall’Archivio storico del Consiglio regionale. 
Si tratta di uno spaccato della società della Regione Piemonte compresa tra gli anni ’70 e ’80. Sono le fotografie di un Piemonte com’era, che oggi attraggono di più i giovani, anche sui social network: zone pedonali ora scomparse, nuove strade, zone trafficate ora pedonali e quel sentore di storia che avvolge le fotografie in bianco e nero. 
E’ un viaggio del recente passato quello sollecitato nelle immagini in bianco e nero, un sentimento nostalgico come quando sfogliamo un album, ritrovato, ma a lungo conservato nel cantuccio dei nostri ricordi. Se da una parte questa mostra racconta di un decennio: “Gli anni settanta”, dall’altro narra un lavoro di fotografi che hanno documentato le trasformazioni sociali, culturali ed economiche di un grande territorio; e il Consiglio Regionale le ha indirizzate, guidate e ha saputo farne memoria come in questa mostra. 
Quei periodi sono anche quelli della Sindone: le immagini dei pellegrini in coda davanti al Duomo di Torino quando in quarantatre giorni sfilano tremilioni di persone davanti al Sacro telo. La scuola dell’infanzia era gestita da personale soprattutto religioso, come illustra l’immagine in cui i bambini accorrono a salutare la suora su una 500 “Giardinetta” un prototipo di “monovolume” che come diceva il comico Giorgio Faletti: “usciva dalla Fiat già con le suore sopra”. I bambini avevano i pantaloncini corti anche in inverno e per telefonare c’erano gli appositi gettoni, da usare nelle cabine telefoniche e ancora: le lotte e i cortei operai, gli anni di piombo e le manifestazioni contro il terrorismo, gli esodi per le vacanze estive e la nascita tumultuosa di nuovi quartieri, a nord e a sud della città, i volti degli studenti e degli operai di quegli anni.
La tecnologia dell’informazione e della comunicazione è cambiata con la nascita dell’Olivetti in particolare, l’Olivetti Programma 101: un oggetto innovativo a livello planetario.
E che dire della moda di quel periodo, nell’emancipazione femminile. Un’epoca caratterizzata da cambiamenti radicali e culturali in tutta l’Italia, che hanno visto il Piemonte protagonista, soprattutto come luogo in cui il passato e la voglia di futuro si incontrano e si scontrano con prepotenza, contribuendo nel bene e nel male, all’affermazione di un cambio di mentalità, di valori, di stili di vita. 
Torino, nata sotto il segno del lavoro dell’innovazione e i torinesi lo ricordano con orgoglio. Negli ultimi anni l’identità industriale ha lasciato spazio ad attività che portano all’attenzione della bellezza del patrimonio artistico architettonico, dei nuovi mestieri, dei tempi che cambiano, dei nuovi costumi che hanno influenzato l’animo della città e di come le grandi contraddizioni sociali di quegli anni si stiano riproponendo in altre forme, altrettanto drammatiche di come Torino continui ad essere ponte e punto d’attrazione di tante culture. Si riconoscono i luoghi, e ci si sorprende di come siano cambiati i quartieri, provando nel nostro intimo un po’ di nostalgia per chi ha visto con i propri occhi un pezzo della propria storia.
Cesare Pavese diceva: “Quando un popolo non ha più un senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori anche noi, quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia”.
La mostra non intende tanto celebrare la nascita della Regione, quanto invece offrire una testimonianza, benché parziale, della società piemontese in quella delicata fase storica: un’epoca caratterizzata da radicali cambiamenti economici e culturali in tutta Italia, che hanno visto il Piemonte protagonista soprattutto come luogo in cui il passato è la voglia di futuro.
Palazzo Lascaris, Via Alfieri 15, Torino fino all’11 marzo 2014, ingresso libero. Orario 9 – 18 dal lunedì al venerdì; sabato dalle 9 alle 13 

Anna Scorsone Alessandri

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LA RAI RACCONTA L’ITALIA IN UNA MOSTRA AL VITTORIANO DI ROMA.

Il 3 gennaio di sessanta anni fa iniziavano le trasmissioni televisive della RAI. Una grande mostra sarà ospitata dal 31 gennaio al 30 marzo al Complesso del Vittoriano a Roma e dal 29 aprile al 15 giugno alla Triennale di Milano. L’esposizione che ripercorre i sessanta anni della televisione e i novanta della radio nasce sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Provincia di Roma, e con il sostegno di Eni e Intesa Sanpaolo, che si avvale della prestigiosa collaborazione di Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, ed è a cura di Costanza Esclapon, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della RAI, Alessandro Nicosia, Presidente di Comunicare Organizzando e Barbara Scaramucci, Direttore di Rai Teche. 
La mostra celebra una delle più importanti istituzioni culturali del Paese attraverso filmati, fotografie, costumi, documenti, dei momenti più importanti della storia della Rai, si raccontano gli anni dell’Italia. La Rai inizia a trasmettere messaggi pubblicitari in TV con Carosello, che consisteva in una serie di filmati seguiti da messaggi pubblicitari. (Non subì interruzioni né errori per circa venti anni. Per una legge allora vigente non era concesso fare pubblicità all’interno di alcuno spettacolo televisivo) ed a Roma si inaugurava lo storico centro televisivo di Via Teulada, 66. Il primo marchio ufficiale della Rai, così come la prima sigla di apertura delle trasmissioni, fu realizzato dal grafico Erberto Carboni. Il logo era composto da lettere squadrate piatte tutte della stessa altezza nonostante il fatto che la “R” iniziale fosse maiuscola. 
La Rai inizia il suo regolare servizio di trasmissioni televisive. Il primo annuncio viene fatto da Fulvia Colombo presentando la trasmissione “Arrivi e Partenze”, con Armando Pizzo, in qualità di conduttore, e il giovane Mike Buongiorno nel ruolo di intervistatore e intrattenitore con la regia di Antonello Falqui. Una breve rubrica settimanale di interviste a note personalità in arrivo o in partenza dall’aeroporto di Ciampino; per chiudere la serata con “La Domenica Sportiva”. Il programma più longevo e di successo della Rai-Tv, dedicata al campionato italiano di calcio..
Da quell’esordio prese avvio l’avventura del piccolo schermo nel nostro Paese con una lunga serie di palinsesti e di programma che hanno accompagnato la storia dell’Italia. Nelle case degli italiani sono entrate notizie da ogni parte del mondo, musica, teatro, e poi il varietà del sabato sera di Antonello Falqui con le Kessler e Mina, la diretta dello sbarco sulla luna. Tanti i programmi anche per i più piccoli, il primo, “Zurlì, mago del giovedì”, con Gino Tortorella, “Lo Zecchino d’Oro e Rin Tin Tin. Attraverso la televisione e la radio, è stato portato il mondo in casa nostra. 
I grandi cambiamenti sociali, culturali, scientifici dei quali l’Italia e il mondo sono stati protagonisti rivivono in questa esposizione non in maniera celebrativa e didascalica ma con la vitalità e la pregnanza che i documenti audiovisivi sanno restituire, offrendo allo spettatore la possibilità di confrontarsi interattivamente con il passato, il presente e il futuro, verso il quale i media devono continuamente proiettarsi per non perdere di vista le diverse esigenze della comunicazione e dell’informazione. Una serie di avvenimenti accaduti dal 1954 ad oggi. Dal bianco e nero al colore e, dalla pellicola all’elettronica fino al digitale.
È stato costruito un patrimonio di storia, di tradizione, riconosciuto anche a livello internazionale; essere servizio pubblico non significa solo custodire i documenti più rappresentativi della storia del paese ma farli diventare memoria viva. Raccontare la storia dei programmi che abbiamo seguito, i volti che ci hanno tenuto compagnia: questo è l’obiettivo che si propone la mostra quella di raccontare la storia. 
La mostra si apre con l’esposizione di alcuni storici costumi di scena, da quelli di Mina a quelli della Raffaella Carrà, prosegue con la sezione “La Rai: una bella impresa italiana” che testimonia l’origine e la nascita dell’azienda, attraverso il racconto figurato di materiali d’archivio, fotografie d’epoca, opere d’arte, per poi chiudersi con uno spazio dedicato al futuro. Il direttore Rai Teche Barbara Scaramucci ha ricordato che “per realizzare gli otto filmati fatti dai curatori, di circa 40’ l’uno, sono stati visionati più di 2000 titoli di programmi dell’azienda”. 
La presidente della Rai, Anna Maria Tarantola ha sottolineato che nonostante sia cambiato il mondo in cui la Rai opera e siano cambiati gli strumenti, ci sono due cose che la storia insegna, e che rimangono di grande attualità: la qualità del prodotto e il basarsi sui criteri fondamentali del servizio pubblico.

La Rai racconta l’Italia
31 gennaio – 30 marzo, 
Complesso del Vittoriano – Gipsoteca, Piazza dell’Ara Coeli, 1
lunedì – giovedì dalle 9,30 alle 19,30; 
venerdì, sabato e domenica dalle 9,30 alle 20,30 – ingresso libero.
Informazioni tel. 06 6780664
Anna Scorsone Alessandri

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Caltagirone, mostra del fischietto.

La cultura siciliana radicata al cattolicesimo e al “Santo protettore”, ha influito sulle forme da attribuire al fischietto di ceramica (ciò lascia pensare a un motivo economico), questo è vero perché si ritrovano forme di Santi venerati in altre città, e sono assenti a Caltagirone, come il San Michele fischietto. Il nome più antico che si possa trovare, legato al nome del fischietto a Caltagirone è quello di Leone, ma dove apprese la tecnica o a chi si ispirò, ad oggi non c’è noto. Con la morte di Leone e poi di Salvatore Cardello artigiano che promuoveva il fischietto di ceramica a Caltagirone, organizzando mostre a tema annuali dove partecipavano anche artisti internazionali, questo oggetto è andato scomparendo e non solo a Caltagirone. Forse anche per la complessità non semplice di realizzazione, ed hanno preferito ripiegare la loro manodopera in articoli più semplici e meno costosi per potere ricavare un maggiore guadagno come la copiatura di oggetti. 
Caltagirone è sinonimo di ceramica in Sicilia e nel mondo. Ogni angolo di questa incantevole cittadina ha i toni caldi e multicolori della sua ceramica. In questi giorni e fino al 2 giugno con un itinerario turistico inconsueto, vi è per le vie della città un’ esposizione, dove i nomi di artigiani-artisti, ai più sconosciuti, prendono il posto dei grandi nomi che riempiono le pagine dei libri d’arte, dove i monumenti e le chiese vengono messe da parte per dare spazio a piccoli strumenti in terracotta, “un giocattolo”. Quasi un gioco, dunque, per proporre l’attenzione ad un prodotto: “il fischietto di terracotta”, da sempre considerato giocattolo povero, senza pretese artistiche e di poca importanza fatto di argilla grezza e molto colorata da regalare ai bambini in un giorno di festa. 
Oggi, dopo anni di assenza, la Galleria “Luigi Sturzo” di Caltagirone ospita la mostra del fischietto in terracotta. 
E’ aperta a tutti coloro che presentano opere inedite e ha come obiettivo quello di richiamarsi alla tradizione calatina, celebrando l’arrivo della primavera attraverso varie tecniche di cottura e di decorazione per consentire a ceramisti, artisti e studenti di esprimersi attraverso il linguaggio dell’arte.
I ceramisti aderenti all’iniziativa sono: Antonio Barletta, Fabrizio Brillantino, Irene Cabibbo, Maurizio Cataldo, Giuseppe Coffano, Ceramiche Cocuzza, Vincenzo Forgia, Santa Grimaldi, Mario Milazzo, Nicolò Morales, Antonino Navanzino, Filippo Romano, Michelangela Sammartino, Ceramiche SIL.VA., Riccardo Varsallona, Vincenzo Velardita, Giacomo Venniro, oltre gli studenti, del Liceo Artistico di Caltagirone, le sezioni della Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Pascoli” e dell’Istituto Comprensivo “Vittorino Da Feltre”. 
Spiega Omar Gelsomino, presidente dell’Associazione Culturale Terra Erea: “Abbiamo voluto riproporre la mostra del fischietto perché non si perdesse una delle nostre tradizioni, da qui anche il titolo “Il ritorno della primavera”. A tal proposito oltre ai ceramisti e gli artisti abbiamo voluto coinvolgere anche le scuole, affinché gli studenti conoscano le nostre radici culturali con l’intenzione di far diventare questa mostra una mostra itinerante”.
La mostra del fischietto di terracotta è stata realizzata dall’Associazione Culturale “Terra Erea” in collaborazione con i Musei Civici e il patrocinio del Comune di Caltagirone, presso la Galleria Luigi Sturzo di Caltagirone, visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 21 con ingresso gratuito fino al 2 giugno.
Anna Scorsone Alessandri

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Canonizzazione di Papa Wojtyla - Progetto La Via, in risposta alla Lettera di Giovanni Paolo II agli artisti 

Sabato 27 aprile ricorre la santificazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, in particolare, per quanto riguarda Papa Wojtyla, tale circostanza è fondamentale per ricordare, il suo documento del 1999: “Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli Artisti”, a cui la Webgalleria di Arti visive e letterarie Anforah, con il progetto interdisciplinare La Via…, nel corso dei suoi sette anni di attività, ha fornito notevoli risposte, con produzione di opere d’arte e mostre itineranti, libri, cataloghi con commentari, video, programmi scolastici multilivello, tesi, ecc., il tutto documentato e reso fruibile sul web (https://www.youtube.com/watch?v=UxmVU5wkY7M

- http://anforah.altervista.org/lavia/lavia.htm). Nella lettera agli artisti si legge, infatti, che “Ogni forma autentica d’arte è, a suo modo, una via d’accesso alla realtà più profonda dell’uomo e del mondo”, cosa sempre condivisa dagli artisti della Community Anforah, consapevoli che l’Arte è manifestazione universale, in forme ed attività d’ogni tempo, del ciclo di vita-morte-rinascita a cui tutto soggiace; ringraziamo, pertanto, Giovanni Paolo II per aver rievocato questa preziosa essenza, lievito indispensabile e chiave di consapevolezza.

Hanno partecipato al progetto: Graziella Atzori, Claudio Bianchi, Francesco e Fedele Boffoli, Paride Alessandro Cabas, Magda Carella, Maria Carmela Cavaliere, Walter Curini, Alfredo Davoli, Cristina di Lagopesole, Eraldo Di Vita, Adriano Doronzo, suor Rosalba Facecchia ASC, Daniela Fogar, Franco Folla, Pino Giuffrida, Giuseppina Labellarte, Mary Lamacchia, Renzo Maggiore, Giovanni Mansueto, Salvatore Marchesani, Rita Marziani, Vincenzo Mercante, Francesco Modigo, Jasna Mercù, Francesco Mignacca, Irene Moratto, Pierluigi Paolicchi, Marina Postogna, Massimo Rovereti, Fabio Russo, Fabio Savoldi, Mariagrazia Semeraro, Marianna Schiaroli, Roberta Simini, Claudio Turina, Diego Valentinuzzi...

Trieste, 17 aprile 2014 

Fedele Boffoli (in Facebook)
info@fedeleboffoli.it

https://www.youtube.com/watch?v=mWZyWfoUiAA

www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm

http://anforah.altervista.org/index.htm

Bari - Trieste
Tel. 338-2246495

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Catania Festeggia i 40 anni di Lupo Alberto dedicando una mostra al fumetto di Silver.

Lupo Alberto nasce dalla matita di Guido Silvestri, in arte Silver e riprende la figura dell’uomo comune, con un obiettivo nella vita e una certa dose di sfortuna.
La mostra è dedicata al fumetto di Guido Silver, inventore del personaggio e delle sue quarantennali vicende. Egli aveva 13 anni, quando nel 1966 creò la sua prima striscia dedicata a una sorta di prototipo di Lupo Alberto: “Dentro il mio primo lupacchiotto affamato c’erano un po’ di Snoopy e un po’ di Jacovitti, ma soprattutto il Wile Coyote di Chuck Jones, per il quale avevo una cotta totale”, racconta Silver, che dal 1979 vive a Milano, in viale Bianca Maria in un appartamento dirimpetto alla redazione, insieme alla moglie Silvia e ai due figli più piccoli dei cinque avuti con lei.
Guido Silver inizialmente lavora su personaggi già famosi come Cattivik, Nick Carter e Capitan Posapiano; in breve amplia le sue attività iniziando ad essere autore delle proprie storie, sempre con questi personaggi come protagonisti, fino alla creazione definitiva nel 1974 di Lupo Alberto, personaggio con enorme successo nazionale e non solo.
Spassoso, intelligente, atipico, simpatico e sfortunato predatore di tutti i personaggi che vivono attorno alla Fattoria: Lupo Alberto varca la soglia dei quarant’anni. 
La mostra curata dallo storico dell’immagine Ferruccio Giromini sarà visitabile dal 13 giugno al 3 agosto, che scrive: “La sostanziale ricorrenza del quarantennale si rivela anche l’occasione giusta per aggiornarsi sulle molteplici facce di un binomio autore/personaggio - spiega il curatore Giromini nel catalogo della mostra – che non finisce di rinnovarsi e che continua a riservare sorprese anche a chi crede di conoscerlo già bene. Le varie mostre e il volume che le accompagna provano a delineare una possibile summa delle tante narrazioni di questo canide selvatico, sorridente e amichevole, che non esitiamo a definire con affetto sincero un vero fenomeno”. 
Una grande mostra informativa antologica che sarà esposta negli spazi del Borghetto Europa, nell’omonima Piazza, delineando il mondo di Lupo Alberto passo dopo passo. L’Agorà eventi del Borghetto accoglierà le sagome giganti dei personaggi, i pannelli con le prime pubblicazioni, gli schizzi, l’edizioni speciali, le copertine più celebri, grazie a un allestimento curato nei minimi particolari.
Un’esclusiva per Catania e per il Borghetto, che inaugurerà il calendario degli eventi estivi con questo compleanno speciale, al quale sono invitati appassionati di ogni età, collezionisti, famiglie, insegnati.
Le storie che ruotano attorno alla fattoria e a Lupo Alberto hanno appassionato generazioni di fan. Dalle prime brevi strisce, ai libri interamente dedicati, fino alla nascita del “Mensile di Lupo Alberto”. La mostra documenta l’amore impossibile per la gallina di nome Marta della quale il lupastro è follemente innamorato. Lupo Alberto è contornato di tanti personaggi entrati nel cuore dei lettori, a partire dalle vicende di Enrico la Talpa che gli raccomanda bagordi viriloidi e scacciapensieri. Ma ecco che proprio Enrico è il protagonista di una serie di strisce in cui la talpa vanta la sua scoperta di essere omosessuale, aggirandosi per la fattoria sventolando un cartello con l’imbarazzante scritta “Checca è bello!”. La gallina Alice amica del cuore di Marta, ma a differenza di quest’ultima, decisamente in soprappeso è alla perenne ricerca di un fidanzato, molto combattiva, è continuamente depressa per via della sua ciccia in eccesso. Il colto maiale Alcide che ama le letture impegnate e compone poesie, tenta di continuo di acculturare il papero Glicerina, personaggio sciocco, tontolone, ma simpatico, su argomenti che spaziano dall’astronomia alla storia. Purtroppo per lui, vista l’ottusità dell’amico, tutto si rivela sempre una battaglia persa in partenza. Krug il toro, irascibile e violento: è l’unico che data la sua stazza, non riceve punizioni o rimproveri da parte di Mosè; cane pastore inglese, guardiano di greggi, che lo teme, mentre Omar il gallo, è attanagliato da terribili sensi di colpa perché con il suo chicchirichì mattutino sveglia gli abitanti della fattoria e di tanti altri.

Borghetto Europa, Piazza Europa Catania
Dal 13 giugno al 3 agosto 2014 
Orari di visita mostra:
da domenica a giovedì ore 8,00 / 21,00
venerdì e sabato ore 8,00 / 24,00 – ingresso gratuito.
Anna Scorsone Alessandri

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ISABELLA DUCROT – INTERNO GIORNO
"Interno giorno", una serie di lavori dal 2010 ad oggi, o meglio una sequenza, un esercizio che trova origine nel desiderio di copiare, imitare l'oggetto come materia presente alla visione affermandone l'opportunità di una trasformazione grazie all'inganno del linguaggio che prevede una precipitazione alchemica dall'idea del singolo “il vaso”. Traspare e si rivela lo sguardo sul presente, l'umiltà del pensiero che si traduce in armonia del gesto, si dissolve nel punto di equilibrio tra la materia e il colore, convertendosi al piacere (metafisico) del gioco azzardato verso l'universale. La felicità è nella cattura delle forme, nella libertà che solo l'attimo può concedere, perché il passato è rimpianto e sogno e il futuro non è che un’ astrazione appena narrabile. Collezionista e studiosa di tessuti in particolare dell’Oriente, nelle sue opere si accostano e reinterpretano trame tessili antiche e moderne in un linguaggio raffinato e personale, l’artista esprime la predilezione anche per materiali fragili e caduchi come la carta, con la quale ha realizzato anche numerose installazioni. Scrive Nora Losia nel testo che accompagna la mostra: "Questi vasi, teiere e pochi elementi naturali, nel ritmo dell'esercizio, della ripetizione, assumono un carattere sempre più lontano dal significato delle loro presenze: la volontà iniziale di non sfuggire alla loro essenza formale naufraga suo malgrado in una meditazione che riporta il reale all'essenziale di un unico gesto, quasi un ideogramma del presente.[...] 
Testimoni silenti del giorno si convertono sulla carta in pura forma, lasciando intravedere il gioco della battaglia verso un significato, apparentemente privo di struttura nell'assenza di prospettiva, di linee dell'orizzonte spaziale, di regole. La struttura è nella dinamica della trasformazione, nel passaggio alla rappresentazione, la struttura è il gioco fine a sé stesso che si rinnova nella scelta delle forme, delle proporzioni e dei colori.
Questi oggetti di Isabella Ducrot non sconfinano completamente dal quotidiano, appartengono ad una scenografia di interni; eletti a protagonisti, trascorrono dal presente ad un rinnovato presente, si compiacciono della loro bellezza, perché sottratti alla memoria, come eterni fanciulli: non c'è struggimento né timore in questa rappresentazione che prende le distanze dall'usura della storia, definitivamente." Isabella Ducrot nasce a Napoli nel 1931. Vive e lavora a Roma da molti anni. Nei molteplici viaggi in Oriente sviluppa un particolare interesse per i prodotti tessili di questi paesi a est dell'Europa: la tradizione del tessuto così differente in Cina, in India, in Turchia, in centro Asia diventa oggetto di studio e di ricerca artistica che ne prevede l’uso per realizzare le opere. Infatti scrive Isabella Ducrot : “in un tessuto, l’invisibile, ingabbiato tra le pareti visibili dei fili, partecipa attivamente alla sua specificità e all’articolazione fra pieni e vuoti si deve la sua duttilità: così due elementi essenzialmente eterogenei vengono a convivere e producono qualcosa di paragonabile a un respiro incarnato”. Isabella Ducrot è affascinata dal respiro, dal soffio celato nelle stoffe, tanto da eleggerle a materia privilegiata per sviluppare un originale percorso artistico. Nel 1989 realizza una serie di 12 quadri formata da pannelli in cui incorpora frammenti di un tessuto andino risalente a mille anni prima. In seguito l'artista dedica due anni di lavoro su un motivo costante nella cultura ottomana, il "cintamani", e compone una folta serie di arazzi con questo motivo decorativo. 
Alla Biennale di Venezia del '93 presenta un grande arazzo che oggi fa parte della collezione del Museo di Gibellina in Sicilia.
Un esemplare di collage di tessuto, carta e pittura (4x4m) è esposto ed acquistato dalla Galleria Comunale di Roma, mentre un grande pastello su seta fa parte della collezione della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. 
Dal 2012 realizza l'opera di prima pagina dell'inserto mensile Donne chiesa mondo de "L'Osservatore Romano" e, prima artista donna, il 13 marzo 2013 disegna il fregio che in prima pagina saluta l'elezione di Papa Francesco. 
Del 2014 è "Bende sacre", mostra personale presso la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. 
Ha realizzato fondali per palcoscenico, per concerti e balletti (Filarmonica di Roma, Balletto del Sud di Lecce).
Hanno scritto sul suo lavoro Ginevra Bompiani, Patrizia Cavalli, Achille Bonito Oliva, Giovanna Bonasegale, Ruggero Guarini, Federica Di Castro, Nadia Tazi, Tommaso Trini, Laura Cherubini, Diane Kelder, Bruno Mantura, Sandra Pinto, Lucetta Scaraffia, Silvia Ronchey, Ritanna Armeni, Raffaele La Capria, Erri De Luca. 
La mostra a cura di Daina Maja Titonel verrà inaugurata il 5 giugno alle ore 17, via di Monferrato 30, Roma e sarà visitabile fino al 19 luglio 2014.
Orari: Martedì – Venerdì ore 15.00 – 20.00 – Sabato ore 11.00 – 13.00 / 15.00 – 19.30. chiuso il lunedì.
Anna Scorsone Alessandri 

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Messina: Puntuale, come negli anni precedenti, arriva la collettiva artistica organizzata dal Movimento “Irrealismoartistico” di Messina. Giovedì 05 Giugno 2014 ore 17.30, la vernissage presso il Salone delle Bandiere Palazzo Zanca, col patrocinio del Comune di Messina, concesso dal Sindaco Renato Accorinti. Appuntamento artistico culturale curato dall’artista messinese Biagio Cardia. In questa occasione, sarà presentata la premiazione del Terzo Premio Internazionale di Poesia Premio Jaci “Salvatore Quasimodo”, promosso dal Dirigente Scolastico prof. Rosario Abbate dell’I.T.E.S. A.M. Jaci di Messina. Le poesia sono state selezionate dai referenti del Progetto: Dott. Antonio Sarica, dalle Dott.sse Agata Midiri, Celestina Martino, Ketty Millecro, Giovanna Lo Giudice, Tiziana Midiri, Simoncini. Ospiti della serata: Prof. Claudio Stazzone ex Dirigente dell’Istituto Jaci, e la Prof.ssa Maria Muscarà anche lei ex Dirigente dell’Istituto Jaci, oggi Dirigente dell’Istituto “Antonello” di Messina.  Inoltre saranno presenti tre grandi poeti messinesi: Maria Costa una grande poetessa che in forma dialettale scrive poesie sulla sua Amata Messina riferite alla gente, in particolare collocate nel rione delle “Case Basse”, dove lei abita; Il cantastorie Gianni Augurio poeta messinese che, con grande sentimento scrive e canta le sue poesie in siciliano autentico e non poteva mancare un altro grande poeta messinese, il novantenne Mico della Boccetta conosciuto per le sue interessanti poesie Satiriche scritte in dialetto. Alla kermesse saranno esposte opere di artisti che, in tutte le loro opere regnano sovrani i colori e richiami alla natura. La mostra si può visitare fino a Mercoledì 11 dalle ore 09:30 alle 12.30 e dalle ore 16:30 alle 19:30, ingresso libero. Espongono: Campanelli Maristella di Cassano delle Murge (BA); Roberto Campolo (ME); Biagio Cardia (ME); Tina Piedimonte (ME); Maria Graziella Raffaele (CZ) e Zuna (Me). Il movimento “Irrealismoartistico” nato nel 2001 è stato sempre apprezzato riscuotendo grande successo in diversi salotti e gallerie in Sicilia e in numerose città d’Italia. Siamo un Movimento non una corrente: per questo nel nostro gruppo accogliamo stili diversi, sia astratti che figurativi, importante che il tema predominante sia la Natura. La nostra organizzazione promuove l’arte in relazione alla natura incontaminata, una natura che da tempo è stata violentata e cambiata dall’uomo moderno. Lo scopo principale del Movimento è di “ cambiare e ricostruire” l’Arte nella sua forma più “naturale” per ritornare al Bello, promuovendo un nuovo Rinascimento

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Caserta, Giugno 2014
Antonio Mancini “L'essenza dell'essere”

aArte Gallery del gruppo Art&Co, Caserta
21 giugno – 20 luglio 2014
Dal 21 giugno 2014 aArte Gallery presenta la mostra “L'essenza dell'essere” personale di Antonio Mancini, curata da Gerardo Giurin.
La mostra – in cui sono presenti gli ultimi lavori dell'artista abruzzese Antonio Mancini - si focalizza sull'evoluzione socio-culturale avvenuta negli ultimi vent'anni circa, durante i quali la società ha smarrito alcuni dettami etici fondamentali dando sempre più spazio al concetto secondo il quale “apparire” conta più di “essere”. Il messaggio è dunque di denuncia, o critica, verso uno stato d’essere costruito in base ai canoni estetici dettati da una civiltà invasa dalla comunicazione mediatica (la quale ormai comunica soltanto se stessa), nel tentativo di trovare un’etica tra le mille che la società propone e moltiplica con lo scopo di vanificare la dimensione morale. Mancini racconta quindi attraverso gli occhi spauriti e increduli dei suoi personaggi le debolezze della società e il delitto della dignità umana che tenta di recuperare attraverso la nobile arte della pittura. Una pittura, come lui stesso la definisce, caratterizzata da figure essenzializzate nella forma e nel colore, che evidenziano l’indifferenza e il relativismo dei rapporti umani.
SCHEDA INFORMATIVA

Titolo:“L'essenza dell'essere” di Antonio Mancini
Sede: Caserta, aArte Gallery – Via Carlo III km 22.300 presso Studiouno
A cura di Gerardo Giurin
Periodo: 21 giugno 2014 – 20 luglio 2014
Orari: Martedì, mercoledì, Giovedì, dalle 10.30 alle 19.30

Venerdì e sabato dalle 11.30 alle 20.30

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Personale di pittura di Xlaudio Giulianelli

"Quello che la Luna pensa di me"  che si terrà in occasione della Notte Bianca a Corchiano il giorno 19 Luglio  presso il Palazzo San Valentino.  www.claudiogiulianelli.it 

Espongono nella sala grande del Palazzo anche gli artisti:

ADRIANA SOARES
CHIARA BIGNARDI                                                                                                                                                                             GIUSEPPE BAGLIONI
IVANO PETRUCCI
ORIA STROBINO
PAOLA CAPORILLI
PAOLO MASSIMO RUGGERI

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Paolo  Ciabattini
Mostra personale presso il Castello Cinquecentesco di Santa Margherita Ligure.
 
Opening Sabato 19 Luglio 2014 alle ore 18:00 alle 20:00.
In mostra sino al 17 Agosto 2014.

   

 

dott. arch. 
Paolo Ciabattini
Via della Moscova 12
20121 Milano Italy
mob. +39 335 6048069

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I NOVANT’ANNI DELL’ISTITUTO LUCE IN MOSTRA AL VITTORIANO, ROMA.

Luce, l’immaginario italiano è il titolo della mostra multimediale dedicata ai novant’anni dell’Istituto Luce, un viaggio nella memoria visiva d’Italia lungo il Novecento, tra filmati, fotografie, documenti, memorie, propagande e rivoluzioni. 
La mostra si muove su due binari paralleli: da una parte si rappresenta il paese così come si è rispecchiato in immagini convenzionali e ufficiali, dall’altra l’Italia e gli italiani come si sono rivelati malgrado le immagini, sorpresi nelle loro goffaggini, ipocrisie, incongruenze e paradossi.
L’Istituto Luce che compie novant’anni appunto festeggia con una grande mostra che attraverso i filmati ripercorre circa un secolo di storia d’Italia. Luce. L’immaginario italiano racconta come l’Italia si è rappresentata nei decenni. Novant’anni fa quando fu fondato l’Istituto Luce, l’Italia era un paese diverso da oggi. Molti italiani lavoravano e vivevano in campagna, non c’erano autostrade né periferie, non esisteva la televisione. C’erano però il cinema e la fotografia, che divennero per molti la fonte principale di conoscenza del mondo e della stessa Italia.
Il Luce conserva cinquemila ore di audiovisivi e tre milioni di fotografie. Inoltre nella mostra venti schermi mostrano montaggi di filmati d’archivio realizzati per l’occasione, accompagnati da 500 foto. Con le fotografie stampate sui rotocalchi illustrati, i documentari Luce proiettati nei cinematografi, nelle piazze e nelle scuole gli italiani hanno costruito il proprio immaginario. E hanno conosciuto la politica, che impara a mostrarsi e cercare il consenso attraverso gli occhi più che le parole. Il percorso segue alcune parole chiave degli anni Venti con immagini di: “città e campagna, seguono i filmati su autarchia, uomo nuovo, censura, propaganda, guerra e rinascita”. Il Luce spesso viene identificato con l’immagine del fascismo, cosa che è stata per tutto il ventennio, ma non è solo quello. La miseria e la fatica di operai e contadini immortalati sorridenti di fronte all’obiettivo, lo sconforto dei soldati impegnati in una guerra falsamente trionfalistica e il Duce, raccontato nelle infinite pause e smorfie dei suoi discorsi. Le immagini del Luce raccontano scrupolosamente anche la ritrovata libertà politica dei decenni della Repubblica, con le sue conquiste e le sue contraddizioni. Ma anche le Olimpiadi a Roma negli anni ’60, i giovani pazzi per i Beatles in concerto e la sfilata dei nostri grandi divi, infatti l’ultima parte della mostra è dedicata al cinema, con centinaia di foto di registi, attori come Totò, Sofia Loren, Anna Magnani, Federico Fellini, Vittorio De Sica, Nino Manfredi. C’è tutta l’Italia dell’ultimo secolo e la sua grande trasformazione in “Luce”.

Il ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha affermato alla presentazione della mostra ospitata al complesso del Vittoriano fino al 21 settembre: “E’ una mostra fantastica, che ci fa ripercorrere tutta la storia d’Italia, esordisce passeggiando tra i totem con alcune delle più belle scene del nostro cinema e filmati storici. 
Questa mostra ha come destinazione quella di diventare permanente a Cinecittà, sottolineando che i filmati e le foto che ripercorrono decenni di storia italiana troveranno spazio prima all’Expo di Milano. Se a questa mostra si associasse un museo del cinema italiano Cinecittà manterrebbe la sua vocazione di luogo di produzione e di memoria ha detto Franceschini, che ha specificato ‘ci impegniamo perché queste cose si facciano, anche se ci sono pochi soldi’”. 

La mostra sui novant’anni del Luce, al Vittoriano di Roma è quindi un viaggio nell’immaginario dei nostri padri, che è anche il nostro. Migliaia di ore di film e tantissime fotografie permettono di rivivere un mondo lontano ma in cui ognuno può riconoscere la propria storia, collettiva e anche personale. Quella del Luce infatti è la storia degli italiani, fatta di errori ma anche di successi raccontata attraverso le immagini.

Complesso del Vittoriano, Ala Brasini, Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) – Roma
Tutti i giorni dalle 10,30 – 21,30 fino al 21 settembre 2014.
Costo del biglietto : € 6,00; riduzione € 4,00.

Anna Scorsone Alessandri

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A CASTELLAMMARE “AZIONE – INSTALLAZIONE!”

Dal 25 al 26 luglio 2014 la Città di Castellammare del Golfo insieme all’Associazione Culturale RicercArte organizzano la 2° Edizione “AZIONE – INSTALLAZIONE” una manifestazione artistica suddivisa nelle due giornate con un progetto coperto da copyright che prende spunto dalla conosciutissima fiaba di Pinocchio, l’evento ha un unico obbiettivo: “Portare l’Arte fuori dai musei, rendendo le nostre piazze un museo a cielo aperto, dando a tutti la possibilità di godere delle emozioni che si sprigionano dalle creazioni che nascono dalla creatività e sensibilità dell’artista”. Ai creativi che si presteranno a partecipare a tale evento, verrà assegnata la sagoma di un personaggio facente riferimento a una scena della fiaba, quindi ogni creativo dovrà decorare il fronte del personaggio assegnato, mettendo così a confronto il proprio stile pittorico con tutti i partecipanti, un evento unico nel suo genere che mette in risalto l’armonia del saper creare senza gareggiare, riuscendo ad armonizzare centri urbani con ricordi di favole e fiabe. 
Saranno quindi l’arte e la creatività che vibreranno fra le pennellate mettendo in mostra l’estro di ogni partecipante. Ad ogni artista partecipante verrà offerto: un buono pasto con bevanda in modo da rendere più conviviale l’evento, dei gadget pubblicitari e ovviamente un attestato di partecipazione. L’allestimento dell’installazione con annesso vernissage avverrà il 26 luglio 2014. Noi di Arte e Colori abbiamo conosciuto Naire Feo una pittrice contemporanea nonché direttrice artistica dell’associazione RicercaArte, lei con il sorriso sulle labbra e un energia vitale ci ha parlato e trasmesso la gioia di chi organizza con il cuore un evento che profuma di euforia artistica, dicendoci: “grandissimo entusiasmo e partecipazione, per un evento che raggiunge la seconda edizione, lo scorso anno presso la Città di Partanna (Tp) e quest’anno a Castellammare del Golfo (Tp), tantissimi gli artisti che hanno aderito per un evento che invoglia tutti coloro che nell’arte oltre al momento di svago vedono anche una opportunità per fare del bene verso il sociale, infatti le opere realizzate, verranno successivamente vendute e parte del ricavato andrà in beneficenza”. Gli artisti partecipanti sono: Antonella Affronti, Alberto Badalamenti, Marina Baldarotta, Marisa Battaglia, Eugenia Bramanti, Alina Catalanotti, Silvana Ciccarello, Bartolomeo Conciauro, Antonella Curatolo, Sergio Cusumano, Sergio D’Amore, Aura Di Cesare, Tore Di Girolamo, Liliana Errera, Leonardo Espedito, Naire Feo, Daniela Ferrara, Claudia Gallo, Luciano Garofano, Marianna Genna, Vittoria Genna, Giacoma Giacalone, Giusy Giordano, Piera Ingargiola, Baldo Ingrassia, Giusy La Barbera, Rosaria La Rosa, Maria Luisa Lippa, Maria Lo Duca, Gaspare Lombardo, Pino Manzella, Maria Rosa Maragioglio, Tiziana Viola Massa, Franco Melia, Daniele Miserendino, Anna Maria Novara, Ema Resart, Maria Laura Riccobono, Mimmo Serio, Nancy Sofia, Antonella Stillone, Ketty Tamburello, Cristina Trifirò, Anna Tumbarello, Caterina Vicari, Benedetto Volpe, Giusy Volpe.
Per ulteriori informazioni: Associazione culturale. RicercArte, Presidente: Bartolomeo Conciauro - Direzione Artistica: Naire Feo - Gruppo Fb: https://www.facebook.com/groups/196153600525510/?fref=ts - Info-Mail: naire2@virgilio.it bcricercarte70@gmail.com

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Mostra d’Arte contemporanea
“ISPIRATI E CONTAMINATI”
INSPIRIERT UND BEGEISTERT


Sarà inaugurata sabato 9 agosto alle ore 19,00 presso la Galleria “SCHILLERPALAIS” a Berlino il primo dei due step del progetto”Ispiriert und Begeistert” Ispirati e contaminati.
Attraverso il linguaggio universale dell’arte, la Mostra d’Arte contemporanea “Inspirati e contaminati”, tende mediante l’esplorazione di varie tematiche, a trovare un’interconnessione tra il linguaggio visivo e la comunicazione.
”L’incanto e l’ispirazione” sono le parole-chiave a cui fa riferimento. Le opere esposte sono atte ad illustrare la complessità del mondo contemporaneo e mostrano le conseguenze, del vivere in un’età post-moderna e capitalistica, satura di cultura mediatica. Ma il tema della contaminazione si ritrova in quasi tutte le opere che saranno esposte a Berlino. 
I lettori, grazie ai doni che questi artisti oggi forniscono, vengono forzati ad accettare ciò che vedono in condizioni di pura simulazione della realtà. Nella costante difficoltà di distinguere la realtà dalla fiction, ciò che è forma autentica e quanto invece ci sia di mera astrazione, si presenta qui un prodotto artistico, che disvelandosi, in forma filosoficamente dubbiosa, pone domande e condizionali su variegate tecniche descrittive e cromatiche, che mirano ad armonizzare realtà e mondo virtuale. Si mescolano infatti parodie, esagerazioni, enfasi ed ironie di spazi geometrici a vantaggio talvolta dell’uso irrazionale delle unità di spazio e forma, ed in altri casi con inaspettati effetti congiunti a virtuosismi cromatici. 
La mostra è organizzata dall’Associazione Culturale Ricercarte di Palermo in collaborazione con lo “Studio Guadagna “ di Berlino. 
I testi critici sono stati affidati alla prof.ssa Maria Angela Eugenia Storti, docente di lingue e letteratura inglese e scrittrice; alla prof.ssa Graziella Bellone, docente di filosofia e scienze umane specializzata in psicologia. 
Traduzioni bilingue Inglese -Tedesco a cura della prof.ssa Maria Angela Eugenia Storti. 
Musiche del Maestro Innocenzo Bua.

Gli artisti LUCIANA ANELLI, CETTINA CALLARI, DOMENICA CATALDO, ANTONELLA FARINELLA, DORA FLAVIANNA, MARCO LOTA’, PINO MANZELLA, ALDO PALAZZO, MARIA LAURA RICCOBONO, ANNA SANTORO, ARTURO STABILE, KETTY TAMBURELLO. 
La mostra “Ispirati e Contaminati” sarà visitabile dal 9 al 21 agosto 2014 – dalle ore 10,00 alle ore 18,00 escluso i festivi.

SCHILLERPALAIS - Kunst-und Aktionsraum – Schillerpromenade. 4 Neukolln, 12049 Berlin - http://www.schillerpalais. - info@schillerpalais.de 

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La Via - San Galgano (progetto di Arti visive e letterarie)

Mercoledì 10 Settembre 2014, si apre - presso l’Abbazia di San Galgano (Chiusdino - Siena, http://www.sangalgano.org/index.htm) - la mostra collettiva itinerante, di Arti visive e letterarie, La Via dei partecipanti della Webcommunity di Arte e Poesia Anforah, (https://www.youtube.com/watch?v=-fq4pyYN2p8 - http://anforah.altervista.org/lavia/lavia.htm). L’esposizione, realizzata con il patrocinio del Comune di Chiusdino, resterà aperta al pubblico fino al 10 ottobre 2014, tutti i giorni, dalle 9 alle 19:00 (fino alle 20:00 nei festivi). Il Progetto La Via, anche associato alla figura di San Giovanni Paolo II, ha ricevuto riconoscimenti da Autorità ed Enti, del mondo religioso e non, quali: Card. Gianfranco Ravasi (Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura), Card. Stanislaw Dziwisz (già segretario particolare di Giovanni Paolo II e Arcivescovo di Cracovia), Mons. Slawomir Oder (postulatore della causa di beatificazione/santificazione di Papa Wojtyla), Mons. Giampaolo Crepaldi (Arcivescovo di Trieste), prof. Vittorio Messori (giornalista e scrittore), Curia Arcivescovile di Bari, le pagine dell’Avvenire, di Famiglia Cristiana e de “Il Sole 24 ore/Cultura”... Riportiamo, tratto dalla presentazione all’evento, uno stralcio del suo curatore Fedele Boffoli: “””L’Abbazia cistercense di San Galgano, ed annesso Eremo di Montesiepi, furono edificati, nel Medioevo, nei pressi dell’attuale Chiusdino (Siena), alla memoria di Galgano Guidotti (San Galgano) e della sua celebre spada, conficcata nella roccia, quale simbolo di conversione alla vita dello spirito. La spada discendente, che penetra la terra e crea la croce, rappresenta, infatti, nello spazio orientato, l’atto di congiunzione tra l’Alto e il Basso e, più in generale, fra tutti i reciproci manifestati (Sopra-Sotto, Destra-Sinistra, Vuoto-Pieno, Femminile-Maschile, Contenitore-Contenuto, Luce-Tenebre ecc.); la spada divenuta croce è, inoltre, emblema trasformativo e realizzativo profondo, sinonimo di consapevolezza, di centratura del Sé e di saggezza, di completamento dell’Opera… che solo l’Arte e i veri Artisti possono compiere.”””. Espongono: Elisa Barbierato, Claudio Bianchi, Fedele e Francesco Boffoli, Paride Alessandro Cabas, Alfredo Davoli, Barbara Degrassi, suor Rosalba Facecchia ASC, Franco Folla, Giuseppina Labellarte, Rita Marziani, Francesco Mignacca, Irene Moratto, Marina Postogna, Mariagrazia Semeraro, Antonella Sidoti. La Via Progetto: https://www.youtube.com/watch?v=UxmVU5wkY7M.

Trieste, 28 agosto 2014 

Fedele Boffoli (in Facebook) 
info@fedeleboffoli.it
 
https://www.youtube.com/watch?v=mWZyWfoUiAA  
www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm 
http://anforah.altervista.org/index.htm 

Bari - Trieste
Tel. 338-2246495

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Il Palio della Mezzaluna

Data :2-5-7-9-11-13-20 settembre, 5 ottobre 2014
Luogo : Massafra
Patrocinio, organizzazione e collaborazione: Comune di Massafra/Ass.to alla cultura, Associaz. culturale Massafranostra, GAL Luogo del mito, Consulta delle Associazioni, Segmenti d’Arte Massafra, Nuova Hellas Massafra.
Nell’ambito della Manifestazione “ Il Palio della Mezzaluna 2014”, per gentile concessione della famiglia, è stato dato agli organizzatori dell’evento un bozzetto inedito del Maestro Nicola Andreace, scomparso il 30 aprile 2014, perché fosse utilizzato per realizzare il Manifesto , il catalogo invito, le cartoline, il drappo da sistemare nella Chiesa del Rione vincente la gara connessa alla Cerimonia. In tal modo Andreace, anche se non c’è più, continua ad essere il cantore della sua terra. Nella sua creazione, egli, com’era nel suo stile, propone nel contenuto il dato reale, ossia il contesto ambientale e culturale, ma nella forma compositiva crea con linguaggio moderno nuove forme d’intreccio di grafica, design, tecniche miste, di colori, di segni, quasi per esprimere la fatica e l’aspetto processuale del lavoro. I vari elementi iconografici si compenetrano, si sovrappongono in una sintesi efficace, “diventano frammenti di memoria, forza di un dinamismo storico ed insieme fatto di cronaca contemporanea”. Le case di Massafra, il cupolone della Chiesa, simbolo di confortante sicurezza, interpretano la magia del luogo, mentre la luce, che rimbalza su di essi, diventa voce di amore e di speranza. L’intera narrazione visiva con l’equilibrio delle forme, con la compenetrazione dei piani, con i cromatismi, assume non solo il significato estemporaneo di semplice notifica dell’evento, ma anche ci restituisce l’affascinante universo dei nostri padri, ci trasmette “ il senso corale” di un’esistenza vissuta con sentimenti di solidarietà e cooperazione, ci affida una realtà del passato da contrapporre, malgrado il trasmutare dei tempi, al cinismo egoistico del presente. Andreace, di natura estrosa, esuberante, curioso, avido di cultura, che ha con la sua grafica contrassegnato tutte le manifestazioni di rilievo a Massafra, nella prov. di Taranto, nel resto della Puglia, in Basilicata ed in altre regioni italiane, con la sua coerenza, il suo attaccamento al lavoro, a cui si dedicava con certosino impegno e gioioso entusiasmo, oltre alle opere finite, ha lasciato numerosi bozzetti inediti, tra cui questo, intitolato MEMORIA DEL VISSUTO NEL TEMPO VIVENTE.

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Evento: Rotterdam international Art Fair Rotterdam 2014 
Data 12-13 settembre 2014
Luogo Laurenskerk, Grotekerkplein 15, Rotterdam (Paesi Bassi) 
Organizzazione: QUEEN ARTSTUDIO Padova
Collaborazione : Segmenti d’Arte, Massafra (TA) Italia
Curatore : Maria Grazia Todaro 

Nicola Andreace porta il suo nome e quello di Massafra a Rotterdam. Invitato dalla Galleria Queenartstudio di Padova , guidata brillantemente dalla dott. Maria Grazia Todaro, espone il 12 e 13 settembre alla Art Fair Rotterdam 2014 l’opera “Dinamica sociale”. Questa, pubblicata a pag. 18 in “Nicola Andreace, Tracce Speculari” Percorsi antologici d’arte 1995-2001, con presentazione di Dante Maffia, Stampasud Mottola, 2001, appartiene al periodo dell’Umanesimo Tecnologico (1982-2005), quando Andreace, facendo leva su tutta la sua cultura figurativa passata e sulle declinazioni delle avanguardie, realizza oli dalle tecniche miste di pregevole fattura, frutto di analisi meditate, sedimentate, filtrate dall’esperienza acquisita in decenni di studio e vagliate da un’osservazione costante. Attento al percorso umano della sua gente, presenta i temi sociali con immagini, che puntualizzano la centralità dell’UOMO, che non può né deve essere sopraffatto dalla tecnologia e dalla logica del profitto, ma deve utilizzare le conquiste del progresso per migliorare la sua vita e quella della collettività. Nei quadri, immagini della memoria, mescolate ad elementi della nostra antica civiltà, ad oggetti di uso quotidiano, a simboli, a lettere, a forme suggestive tratte da temi primari, diventano istanze riflessive sui grandi temi della vita e del tempo: realtà e spazio di visione, coesistendo, l’uno all’altra indissolubilmente legati, sottolineano la volontà di uno slancio vigoroso, necessario ad afferrare il tempo che fugge e a trattenerlo con forza con le proprie azioni per affidarlo ai giorni futuri. Nell’opera Dinamica sociale, “ le figure diventano immagini del nostro tempo, fuori dal tempo e immagini di un tempo remoto che hanno saputo trovare l’armonia con il tempo presente, immagini miracolosamente rimaste a testimoniare il canto dell’evoluzione in una dimensione umana culturale e spirituale di Rinascimento. Rinascimento che non è solo esaltazione della centralità dell’uomo, ma consapevole approdo ai valori alti e perenni dell’uomo, atto di fede nel cammino dell’uomo, che, nonostante gli errori, le cadute, le aberrazioni, sa ancora essere il cuore palpitante dell’Universo, il riferimento che assomma in sé luce e tenebra, male e bene” (Dante Maffia). Andreace, nell’opera in esposizione a Rotterdam, colora i suoi slanci, avvolge in una luce dorata la composizione. Raffigurando i personaggi di varia età, vuole esprimere la speranza dell’azzeramento della superficialità, del recupero dei buoni sentimenti, quali la tolleranza, la disponibilità solidale e disinteressata verso gli altri, l’attenzione verso i giovani e gli anziani, il rispetto per la donna.” Quella di Andreace, scrive Antonella Iozzo, è una pittura che racconta, che riflette ed induce alla riflessione, una pittura che s’introverte , scivola dentro, nella mente e nel cuore per riemergere verità, testimonianza, manifesto pensato e ragionato sull’uomo, sulla sua infinita potenza e sull’effimera caducità”.

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SILVIO MASTRODASCIO, SINFONIA DI FORME. 

È in corso nella splendida cornice del Mediamuseum a Pescara la mostra di Silvio Mastrodascio “Sinfonia di forme” a cura di Giuseppe Bacci, con testo di Maurizio Calvesi. Silvio Mastrodascio, splendido interprete dell’arte scultorea in senso classico è altrettanto valente in sculture che dell’innovativo posseggono la dinamicità. Egli si confronta con i grandi artisti del passato: infatti nell’osservare le sue opere si viene sovrastati da mille sensazioni che non perdono, in breve tempo, di intima consistenza, si aggrumano depositandosi, stratificandosi dentro il nostro intimo avvertire le emozioni catturate, dolorose nella gioia del sicuro dipanarsi nella comprensione del bello dei tanti interrogativi generati dalle innumerevoli espressioni dell’arte figurativa e le altre altrettante diatribe fra i sostenitori dell’una o dell’altra “tendenza”, che poi, a ben vedere, rimangono pure e semplici esercitazioni retoriche che non conducono mai a risultati utili o definitivi. I suoi bronzi instillano una emozione profonda, profusa di poeticità che coinvolge emotivamente nell’ammirarli. Le sculture di Mastrodascio si caratterizzano anche per i segni evidenti delle sue origini. Le sue radici, infatti si impiantano nella più nobile tradizione abruzzese e la sua arte trae forza ed ispirazione dal fertile humus culturale della nostra terra, che negli ultimi due secoli ha espresso prestigiose figure di scultori e pittori.
Maurizio Calvesi presentandolo scrive in proposito: “Se parliamo di scultura, occorre tenere presente che ancora oggi, superata la soglia del Duemila, la tendenza più viva in questo settore della creatività artistica è quella che potremmo definire genericamente come “figurazione”: ovvero, un linguaggio ancorato alla rappresentazione del corpo umano, immagini e figure che attingono alle radici della tradizione. “La linea italiana”, definizione con cui io stesso avevo cercato di spiegare la straordinaria e singolare eccellenza della nostra scultura nel mondo, intendeva sottolineare come la figurazione costituisca un linguaggio in sostanza ininterrotto a partire dalla grande tradizione della statuaria romana, fino alle forme tornite e palpitanti del Rinascimento, e a tutto il Novecento quando si torna a rivedere, rinnovandone le forme, la struttura del corpo umano come elemento irrinunciabile della vocazione plastica. Non diversamente si comporta Mastrodascio che, nato in terra d’Abruzzo, sin dai suoi primi esordi si incontra con l’affabile e forte scultura dei conterranei Barbella, Dantino e Crocetti, artisti tutti figurativi che attraverso percorsi e stili diversi, convergono nella scelta di un prototipo femminile”. Silvio Mastrodascio è un figlio autentico di questa terra e si inserisce con la sua forte professionalità fra la folta schiera di artisti abruzzesi. Tra questi uno dei più illustri è Venanzo Crocetti, al quale Mastrodascio ha guardato quando ha modellato i bronzi delle sue eleganti figure femminili. Con Crocetti egli ha in comune le virtù della tenacia e della costanza e la sua capacità di resistenza al lavoro. Sono le qualità che gli hanno consentito di coltivare con successo la sua vocazione artistica.
Le opere esposte al Mediamuseum che riunisce più di trenta opere della sua produzione artistica, evidenziano il gusto per la rappresentazione classica della realtà, offre la possibilità di approfondire la conoscenza dell’autore, a partire dalla pluralità di sculture che lo hanno fatto conoscere al pubblico. Chiude la rassegna la sua ultima creazione Bozzetto per il monumento all’emigrante, di prossima collocazione a Celano, che offrirà un’analisi del “migrante” mostrando le implicazioni tecnologiche della collocazione in uno spazio pubblico in una sintesi del suo stilema artistico. Mastrodascio è un artista di particolare qualità tecnica, che condivide e sa dare forma a temi cari alla società del suo tempo come dimostrano le molte immagini legate all’emigrazione, al sociale, e in particolare alla donna. 
Mediamuseum – Piazza Alessandrini, 34 Pescara – orari lunedì – sabato 10,30 – 12,30 e 17,00 – 19,30 fino al 18 ottobre 2014 – Ingresso libero.
Anna Scorsone Alessandri

Nell'ambito della "Giornata del Contemporaneo" la scultrice Alba Gonzales, presidente dell'associazione Pianeta Azzurro, aderisce alla manifestazione, condividendo il pensiero comune e confermando l'importanza dell'arte dalla preistoria ai giorni nostri e verso il futuro quale veicolo di dialogo e cooperazione tra i popoli e fra le civiltà. 
Numerose sono le opere esposte, monumentali in bronzo e marmo, che sarà possibile ammirare in queste due giornate dell'11 e 12 Ottobre 2014. Ingresso gratuito.
Dopo questa data è possibile visitare l'esposizione permanente su prenotazione telefonando al numero 335-7080630

Pianeta Azzurro - Centro Internazionale di Scultura Contemporanea - Fregene
Amori e Miti - Alba Gonzales e la sua Collezione privata (Scultura Contemporanea)
Via Ladispoli 50, (Lungomare di Ponente) 00054, Fregene (Roma)
11/10/2014 - 12/10/2014 (11:00 - 17:30)

Attività collaterali
Non è necessaria prenotazione negli orari e nei due giorni indicati 

Per informazioni
Telefono: 335-7080630 
Email: albagonzales@albagonzales.it 
Sito Web: http://www.albagonzales.com


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AD IMOLA RITORNA LA FESTA DEL CIOCCOLATO.
Imola con i suoi 69 mila abitanti, posta lungo la via Emilia a cerniera fra Emilia e Romagna è conosciuta a livello internazionale per alcune eccellenze quali l’autodromo “Enzo e Dino Ferrari”, l’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro”, il ristorante San Domenico ed aziende leader mondiali nel packaging, negli impianti ceramici, nelle strumentazioni elettrodentali e nella ceramica. La città oltre agli edifici di maggiore pregio come la Rocca Sforzesca, con la sua raccolta di armi e ceramiche antiche ed altri edifici storici merita una visita anche per la sua ricca offerta enogastronomica e per manifestazioni di grande richiamo quali “Imola in Musica” e “Baccanale”. Molto diffusa è anche la pratica sportiva, 53 impianti comunali con circa 50 società che svolgono attività a livello federale e oltre 120 a livello amatoriale, con ben 3.300 ragazzi sotto i 15 anni che fanno sport. 
Imola ospita nei giorni 11 e 12 ottobre la sesta edizione della Festa del cioccolato. Cioccolatieri Artigiani Italiani in collaborazione con il Comune di Imola e con il sostegno di Con. Ami, Area Blu, CNA Imola, Confartigianato - Assimprese, Confcommercio Imprese per l’Italia-Ascom Imola, Confesercenti del territorio imolese. Un’occasione per scoprire arte, cultura e tradizioni di uno dei prodotti più golosi e tentatori con le sue infinite varietà di sapori, colori e profumi. Il fine settimana sarà scandito quindi da una grande varietà di eventi articolati su tre aree tematiche: L’Arte del Sapore, in cui i professionisti cioccolatieri introdurranno il pubblico al fantastico mondo del cioccolato; l’Abc del cioccolato, che si presenterà come zona laboratori per grandi e piccini e infine il Sapore dell’Arte, con esposizioni e lavorazioni artistiche a tema. Non mancheranno degustazioni in numerosi negozi e pubblici esercizi, oltre a menù tematici nei ristoranti: dolce, salato, piccante, aromatizzato… la deliziosa bontà si rivelerà squisita da gustare ma anche curiosa da scoprire.
Nell’occasione, sabato 11 ottobre la Provincia di Bologna e il Comune di Imola presenteranno in Piazza Gramsci i risultati derivanti dall’utilizzo dei fondi POR-FESR (Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) sul territorio imolese. A Imola gli interventi hanno riguardato il Museo Checco Costa dell’Autodromo Ferrari e alcune aziende del territorio. Alla presentazione, prevista per le ore 20,30 interverranno gli Assessori Elisabetta Marchetti e Graziano Prantoni. La serata proseguirà con la proiezione del video “La Provincia si rinnova” e con il concerto del Gruppo Voodoo Sound Club con la sua miscela esplosiva di funky, jazz e suoni etnici dal mondo. 
Periodo: dall'11.10.2014 al 12.10.2014
Luogo: Centro Storico (Galleria Centro Cittadino e Piazza Caduti per la Libertà) 
Orari: sabato 8.00-22.00; domenica 9.00-20.00
Ingresso libero. 
Anna Scorsone Alessandri

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MOSTRA PERSONALE DI ARTURO BARBANTE

Sarà inaugurata sabato 15 novembre alle ore 17.00 ad Alcamo presso il “Centro Congressi Marconi” sala Rubino, la mostra personale del pittore Arturo Barbante dal titolo “Corpi”, organizzata dall’Ass.ne Ricercarte con il patrocinio del Comune di Alcamo e curata dal direttore artistico Naire Feo.
Nella ricerca pittorica di Arturo Barbante i “Corpi”, diventano “involucri di umanità dentro i quali si agitano esistenze e vite”. Sono personaggi che vengono fissati nella loro oggettività e colti nella loro quotidianità che si direbbe persino banale: nuotatori, spiaggianti, lottatori, ragazzi che giocano, tutti elementi che comunicano giocosità e trasmettono al visitatore di entrare in simbiosi con l’autore. Egli parte dalla meraviglia per la figura umana e rivisitando le arti figurative concentra il suo stato d’animo sul formarsi dei corpi e sul trasformarsi delle apparenze che procurano movimento alle sue “genesi”. 
Il tema pittorico, intrapreso da Barbante con “Spiaggianti”, sembra avere trovato una sua ulteriore continuità e dunque completezza. Ai “Corpi” edonistici, oleati, palestrati, tatuati, degli Spiaggianti si contrappongono i “Corpi” sofferenti, emaciati e febbricitanti dei migranti. Un paradosso solo apparente perché a guidare la mano dell’artista è l’idea che i “Corpi” non debbano essere visti solo “iconograficamente”. 

Arturo Barbante nato a Vittoria (RG) nel 1944, artista di lungo corso, ideatore e nel contempo artefice di iniziative di grande spessore culturale, è un maestro che ha fatto del forte legame con il territorio l’humus della sua creatività. Alcune delle sue realizzazioni – una su tutte, il corteo di Re Cucco, che negli anni Ottanta trasformò Scoglitti in un teatro sotto le stelle. Ha insegnato Disegno e Storia dell’Arte negli istituti superiori. Ha esposto in mostre personali e collettive dal 1964, utilizzando diverse tecniche pittoriche. Ha contribuito significativamente alla vita culturale della sua città, curando anche i costumi e le scenografie per varie manifestazioni popolari. Si è anche occupato di grafica per l’editoria e la pubblicità. Dal 2008 partecipa attivamente alle iniziative della Galleria Koiné Scicli, sia in mostre collettive che personali. 

La mostra dal titolo “Corpi” sarà visitabile dal 15 al 24 novembre 2014 
Centro Congressi Marconi “Sala Rubino” Alcamo
Orario: 9,30/- 12,30 / 16,30 – 19,30 – Ingresso libero.

Anna Scorsone Alessandri

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TRE DI QUADRI collettivo LA RUOTA

Silvana Leonardi Teresa Pollidori Alba Savoi

Sabato 13 dicembre 2014, alle ore 17,30 a Frosinone presso la Villa Comunale, si inaugurerà la mostra/evento TRE DI QUADRI, che comprende le tre personali di Silvana Leonardi sulla soglia, di Teresa Pollidori Interni, di Alba Savoi Dai muri nel tempo, presentate da Rocco Zani e, nella quarta sala, l’esposizione di 6 opere datate 1978 e la proiezione di un video che testimonia la metodologia degli interventi operati dal collettivo nel 1978 su territorio (Fiumicino e Guarcino). Azioni collettive che avevano lo scopo di suscitare interesse per l’arte contemporanea e per le problematiche ad essa inerenti, con particolare interesse per la professionalità femminile e per la sociologia dell’arte.

Le opere presentate da Rocco Zani nelle tre personali appartengono al momento attuale dei rispettivi percorsi artistici delle tre artiste e, pur nella assoluta specificità dei linguaggi e nella più totale autonomia espressiva e di ricerca, convivono e dialogano in un intrigante gioco di specchi che testimonia il clima di sinergia, la sintonia e le “affinità elettive” ( lo sguardo, la scrittura, il tempo e la memoria, l’impegno etico, l’interdisciplinarietà ) che informano oggi gli oli su tela di Leonardi, le foto digitali di Pollidori, le foto su foto di Savoi e che hanno motivato e generato, nell’ormai lontano 1978, l’ esperienza artistica del collettivo LA RUOTA che con questo evento si vuole celebrare.

La mostra, che conclude la quarta edizione (2014) della rassegna “l’Arte visiva contemporanea” curata da Alfio Borghese, costituisce infatti la terza e ultima tappa di un ciclo con cui le tre protagoniste hanno voluto ricordare l’attività del collettivo e celebrare un anniversario più che trentennale che, al di fuori di ogni ritualità, sancisce l’amicizia e la solidarietà che, come un “filo rosa”, hanno attraversato la loro vita professionale. Ciclo iniziato a febbraio di quest’anno, a Roma, con la mostra “1978/2014 – La Ruota. Opere recenti” presentata da Ivana D’Agostino presso la Casa Internazionale delle Donne - Sala Atelier e proseguito a marzo, sempre a Roma, nell’ambito delle INIZIATIVE GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA indetta da ROMA CAPITALE, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica presso il Nuovo Cinema Aquila, con l’esposizione delle opere del 1978 e la proiezione del video . 

Scheda tecnica:
titolo: Tre Di Quadri - Silvana Leonardi Teresa Pollidori Alba Savoi
sede:Villa Comunale – via Marco Tullio Cicerone 22, Frosinone
inaugurazione: sabato 13 dicembre ore 17,30
periodo: dal 13 al 28 dicembre 2014
informazioni: tel. 3337844222 - alfioborghese@libero.it  
orario: dal martedì alla domenica – chiuso lunedì mattina – ore 10,00/13,00 – 15,00/19,00

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I NAUFRAGI DI DUEMILA ANNI FA AL MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI CAMARINA.

Il Museo archeologico di Camarina (o Kamarina) raccoglie la documentazione archeologica del territorio dall’età preistorica al medioevo. I quasi settemila reperti esposti nei diversi padiglioni provengono dagli scavi effettuati negli ultimi cento anni nelle vicine necropoli, nell’abitato e nell’area portuale alla foce dell’Ippari. Ricchissimo di reperti archeologici solo in minima parte recuperati dal mare circostante dove erano fiorenti i traffici commerciali, alimentati anche dalla produzione di un vino locale apprezzato nell’antichità, il “Mesopotamium”. Camarina domina il tratto di mare tra Scoglitti e Punta Braccetto, in provincia di Ragusa. Si trova al centro dell’area dove sorgeva l’antica città di Camarina fondata dai siracusani all’inizio del VI secolo a.C.
In questo luogo del passato sarà presentata la mostra archeologica Internazionale dal titolo “Naufragi” che si terrà nel Museo Archeologico Regionale di Camarina dal 29 dicembre 2014 al 30 settembre 2015. Ritorna in Italia per la prima volta dopo 120 anni, Il sarcofago: acquistato nel 1895 dalla Glyptotek e trasferito a Copenaghen (cm. 178 x 52 x 54) in marmo bianco con tracce di colore originario: presenta sulla fronte una scena, in bassorilievo, con tre navi in un porto e un personaggio caduto in mare; alle due estremità si scorgono un faro e una villa marittima con dei personaggi. Sui lati corti del sarcofago sono incisi scudi, lance e doppie asce. (Forse la scena di naufragio raffigurata nel sarcofago si riferisce al suo proprietario, cioè alla persona che vi fu inumata. Questo personaggio, si ipotizza un mercante o un armatore, può essere stato l’uomo in mare o colui che assiste al salvataggio).
In esposizione anche i reperti di due relitti rinvenuti lungo la costa meridionale della Sicilia, a sud di Camarina e i referti archeologici relativi al tema dei trasporti commerciali nel Mediterraneo nella tarda antichità. La presentazione di oggetti rinvenuti nei relitti, di scene figurate relative ai momenti tragici del naufragio e dell’affondamento, avvenimenti che si sono verificati in ogni tempo e che ci permettono di ipotizzare le modalità del trasporto delle merci, il genere di prodotti commercializzate e le lotte che venivano intraprese nel terzo secolo dopo Cristo.
A spiegare l’importanza dell’evento il sindaco Enzo Bianco, nella sua veste di Presidente del Coordinamento Comuni Unesco Sicilia che ha affermato: “Tutti i comuni di questo territorio, ha spiegato Bianco, stanno facendo squadra per far nascere e crescere il Cunes che rappresenta una straordinaria occasione di sviluppo della nostra terra grazie alla cultura e al suo immenso patrimonio storico-architettonico”. “Camarina – ha aggiunto il direttore del Museo, Giovanni Di Stefano – è una delle frontiere dei Beni Culturali. Grazie alla sinergia tra pubblico e privato, coinvolgendo tutti gli attori presenti sul territorio. 
Il tema “Naufragi”, quelli di quasi 2.000 anni fa ma che, ripetizione della storia, ricordiamo quelli di questi ultimi come se il tempo nel Mediterraneo non si fosse mai fermato e il tema del “naufragio” continua a perpetrarsi inalterato. Come se ci fosse una sorta di filo conduttore intrigante e drammatico, che colleghi le tragedie del 3° secolo dopo Cristo ai nostri giorni. 
Di questo evento sarà teatro il Museo Siciliano. Infatti in questa esposizione si raccontano e si intrecciano storie anonime di uomini e cose che viaggiavano sulle rotte del Mediterraneo. Anfore, ceramiche, oggetti della vita quotidiana dei marinai a bordo si coniugano con le immagini realistiche riproposte nel sarcofago di un uomo caduto in mare, fra le navi da carico, in un porto con un faro. Uomini e cose sono riproposti in questa storica mostra. 
La mostra dal titolo “Naufragi” a cura di Giovanni Di Stefano, direttore del Museo Archeologico Regionale di Camarina, in collaborazione con Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. Con il patrocinio gratuito Cunes (Coordinamento Comune UNESCO Sicilia) e con il contributo del Comune di Ragusa, Comune di Santa Croce Camerina, Comune di Vittoria, Banca Nuova, Camera di Commercio di Ragusa, Confesercenti provinciali di Ragusa, Archeoclub d’Italia, Ragusa, Inner Wheel di Ragusa Centro, Unitre di Modica, Ragusa, Vittoria, Comiso e Santa Croce Camarina, Banca Mediolanum, Siriac fertilizzanti, Fiera Emaia, Hermes Aviation, Uisp, Azzarelli confezioni, Phoenix Tour, Kastalia, Kreativamente.it, Digintel s.r.l. Milano, Centro Subacqueo, Ibleo Blu Diving, Camarina Service, Giorgio De Flavis, CGL, Azienda agricola COS, sarà inaugurata il 29 dicembre 2014 è visitabile dal 30 dicembre 2014 al 30 settembre 2015. Prezzo del biglietto: € 4. Saranno presentati inoltre i cataloghi della mostra e le brochure che saranno distribuite il giorno dell’inaugurazione.
Ingresso gratuito: minori di 18 anni, scolaresche ed insegnanti accompagnatori, studenti universitari in Beni Culturali Archeologia e in Architettura. La prima domenica di ogni mese dalle ore 9,00 alle 13,00. Giorni di apertura e orario: lunedì – sabato ore 9,00 – 18,00, Orario invernale.
Lunedì – sabato ore 9,00 – 14,00; ore 15,00.
Lunedì – Sabato: 9,00 – 14,00 e 15,00 – 19,00 (orario estivo). Per informazioni e prenotazioni telefonare allo 0932 826004. 
e-mail:urp.museo.kamarina@regione.sicilia.it
Come arrivare al museo: S.P. 102 – Km. 1 C/da Cammarina – Scoglitti – Vittoria (RG).
Anna Scorsone Alessandri 

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